Il libro, di piacevole lettura, i cui elementi sono quelli della fiaba classica, ma in una ambientazione diversa, a chiaro sfondo sociale, ci propone la storia più vecchia del mondo, quella della ricerca della felicità. Siamo nel regno di Uranopoli dove comanda il malvagio Arraffone I, un re tiranno che non pensa al benessere del suo popolo ma solo a vivere meglio lui e ad ottenere ciò che vuole.
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Toglie ai suoi sudditi anche le più piccole gioie come la domenica, che diventa prelunedì, un giorno lavorativo come gli altri, toglie i compleanni, i lunapark, gli intervalli a scuola… Ogni suddito deve adulare la figura del Re e lavorare senza sosta nelle miniere per estrarre le pietre preziose destinate ad ornare le dodici corone reali. Tuttavia Arraffone è un regnante triste perché non si sente amato nonostante le cinquanta leggi imposte al riguardo. La risposta che da a se stesso è che finché i cittadini potranno sognare un mondo più bello nel quale vivere non lo ameranno mai. L’unico modo è distruggere ogni loro sogno e far sembrare migliore il loro terribile mondo paragonandolo agli incubi più terribili. Così, su indicazione del suo consigliere, impone ai suoi sudditi dei cuscini magici che riempiranno le loro notti di incubi mostruosi che faranno perdere loro anche la capacità di sognare. Così il popolo, completamente schiavo di questo mondo fatto di zero divertimenti e felicità, viene anche privato del bene più prezioso, i sogni, dove, in piena libertà, tutto è possibile, senza dover dare spiegazioni a nessuno. Quando per tutti i cittadini di Uronopoli la felicità e la bellezza sembrano ormai definitivamente perdute, ecco che il maestro Andonis insieme ai suoi alunni…