L’illustrazione iniziale che campeggia anche in copertina, mostra, da un lato, un paese con le sue casette e, dall’altro, come qualcosa di esterno, “la Natura” fatta di “altre cose”, di boschi, un lago, un po’ di cespugli e un mare. Nel mezzo, a dividere idealmente i due spazi, un grande tiglio. Le persone di tutti i tipi che vivono nel paesino sostengono che a loro la natura piace, anzi la amano.
[...]
Il testo, con tono schietto e semplice, prosegue rincorrendo le stagioni a partire dall’autunno e, con esse, ci racconta l’entusiasmo (purtroppo solo patinato e superficiale) che gli abitanti di quel paesino nutrono per la natura quando, in autunno, ammirano le piante che diventano rosse o gialle, o quando, in inverno, possono divertirsi con la neve... Ma la natura non è solo bella, è anche fastidiosa e richiede attenzione: il fogliame caduto va continuamente spazzato, quando la neve è eccessiva va spalata e spostata dove non intralcia...Ad ogni minima richiesta di impegno o sforzo gli abitanti del paesino preferiscono trovare soluzioni drastiche e definitive descritte dall’autrice con piglio pungente e deciso: si abbatte il tiglio che perde le foglie, si getta nel lago la neve insieme ad altra robaccia... Gli adulti sembrano inconsapevoli delle conseguenze che ogni azione comporta e, ciecamente e ottusamente, si affidano a soluzioni immediate che smentiscono il loro dichiarato amore per la natura. Un libro che con ironia mira a pungere sul vivo gli adulti che lo leggeranno ai loro piccoli sperando in una riflessione e, soprattutto, in un intervento risolutivo e immediato, perché è già tardi.